Chi sei, o Immacolata ?
Chi sei, o Signora? Chi sei, o Immacolata? Io non sono in grado di esaminare in modo adeguato ciò che significa essere “creatura di Dio”. Sorpassa già le mie forze il comprendere quel che vuol dire essere “figlio adottivo di Dio”.
Ma tu, o Immacolata, chi sei? Non sei soltanto creatura, non sei soltanto figlia adottiva, ma sei Madre di Dio e non sei soltanto Madre adottiva, ma vera Madre di Dio.
E non si tratta solo di un ipotesi, di una probabilità, ma di una certezza, di una certezza totale, di un dogma di fede.
Ma tu sei ancora Madre di Dio? Il titolo di madre non subisce mutazioni. In eterno Dio ti chiamerà:
“ Madre mia…”Colui che stabilito il quarto comandamento, Ti venererà in eterno, sempre…Chi sei, o divina?
Egli stesso, il Dio incarnato, amava chiamarsi: “Figlio dell’uomo”. Ma gli uomini non lo compresero. Ed anche oggi quanti poche sono le anime che lo comprendono, e quanto imperfettamente lo comprendono!
Concedimi di lodarti, o Vergine Immacolata!
Ti adoro, o Padre nostro celeste, poiché hai deposto nel grembo purissimo di Lei il Tuo Figlio unigenito.
Ti adoro, o Figlio di Dio, poiché Ti sei degnato di entrare nel grembo di Lei e sei diventato vero, reale Figlio suo.
Ti adoro, o Spirito Santo, perché Ti sei degnato di formare nel grembo immacolato di lei il corpo del Figlio di Dio.
Ti adoro, o Trinità santissima, o Dio uno nella Santa Trinità, per aver nobilitato l’Immacolata in un modo così divino.
E io non cesserò mai, ogni giorno, appena svegliato dal sonno, di adorarti umilissimamente, o Trinità divina, con la faccia a terra, ripetendo tre volte: ”Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen”.
Concedimi di lodarti, o Vergine santissima.
Concedimi di lodarti con il mio impegno e sacrificio personale.
Concedimi di vivere, lavorare, soffrire, consumarmi e morire per Te, solamente per Te.
Concedimi di condurre a Te il mondo intero.
Concedimi di contribuire ad una sempre maggiore esaltazione di Te, alla più grande esaltazione possibile di Te.
Concedimi di renderti una tale gloria quale nessuno mai ti ha tributato finora.
Concedi ad altri di superarmi nello zelo per la tua esaltazione, e a me di superare loro, così che in una nobile emulazione la tua gloria sia accresca sempre più profondamente, sempre più rapidamente, sempre più intensamente, come desidera Colui che Ti ha innalzata in modo così ineffabile al di sopra di tutti gli esseri.
In te sola Dio è stato adorato senza paragone più che in tutti i suoi santi.
Per Te Dio ha creato il mondo. Per Te Dio ha chiamato pure me all’esistenza. Per quale motivo ho meritato questa fortuna?
Deh, concedimi di lodarti, o Vergine santissima!
L’Immacolata prima della sua venuta nel mondo
Nel numero incalcolabile degli esseri possibili riproducenti le sue svariate perfezioni, Dio vide pure,
da tutta l’eternità, un Essere perfetto sotto qualsiasi aspetto, non contaminato da alcuna macchia di peccato e che rifletteva i suoi attributi divini nel modo più fedele possibile ad un essere creato.
Si rallegrò per questa prospettiva e decise, dall’eternità, di chiamare tale Essere all’esistenza in un tempo determinato.
Creando gli angeli, Dio volle che essi dessero, in piena coscienza e volontà, la prova che sempre e in avrebbero desiderato compiere la sua volontà. Manifestò loro il mistero dell’incarnazione e annunciò che avrebbe chiamato all’esistenza un essere umano, dotato di anima e di corpo e che avrebbe innalzato tale creatura alla dignità di Madre di Dio, ragion per cui Ella sarebbe diventata
pure la loro Regina, ed essi l’avrebbero dovuta altresì venerare.
Innumerevoli schiere di spiriti angelici salutarono con gioia Colei che il loro Creatore aveva deciso di elevare in modo così sublime e resero omaggio con umiltà alla loro Signora.
Alcuni di essi, tuttavia con Lucifero a capo - dimenticando che tutto ciò che erano e quanto possedevano l’avevano ricevuto da Dio, mentre da loro stessi erano assolutamente nulla – si ribellarono e non vollero sottomettersi alla volontà di Dio. Si considerarono, infatti, assai superiori ad un essere umano rivestito di carne. Un simile atto di venerazione sembrò ad essi uno svilimento
Della loro dignità; si lasciarono trasportare dalla superbia e rifiutarono di compiere la volontà di Dio. A causa di ciò si abbatté su di essi una punizione immediata, eterna: l’allontanamento da Dio, l’inferno. Essendo puri spiriti, essi possedevano un’intelligenza penetrante, per tal conseguenza la
loro azione fu pienamente cosciente e volontaria, e nella loro colpa furono evidenti le caratteristiche
del peccato mortale, unite con l’assoluta consapevolezza di quanto commettevano.
Ecco perché da angeli divennero immediatamente demoni, e per sempre.
E da allora il ricordo del fatto che quella creatura era divenuta la conferma degli angeli buoni e l’assicurazione della loro felicità eterna, mentre per i demoni era stata la pietra dello scandalo e a causa dell’allontanamento da Dio, colmò questi ultimi di odio infernale verso di Lei, un odio simile a quello che essi avevano nei confronti di Dio, di cui Ella doveva essere un’ immagine tanto fedele.
Nel paradiso terrestre satana scorge un essere simile a colei che è l’oggetto della sua rabbia. Non riesce a raggiungere Dio, non riesce a raggiungere lei, ma riversa il suo odio sulla futura madre di Lei, sulla progenitrice dell’umanità. E riesce a persuaderla ad opporsi alla volontà di Dio e a cercare la perfezione non nella sottomissione alle intenzioni di dio, ma nel seguire il proprio ragionamento.
La vince con l’orgoglio.
L’essere umano, il quale accresce le proprie cognizioni con l’aiuto dei sensi, è lontano dalla chiarezza di conoscenza che un essere puramente spirituale possiede. Ed è per questo appunto
che il peccato dell’uomo è assai meno grave; ecco perché la misericordia di Dio promette ( ai progenitori ) un redentore, mentre a satana Dio predice che la vittoria ottenuta sulla madre dell’Essere preannunciato non modifica affatto i piani divini; predice anzi che “Ella gli schiaccerà il capo”, anche se “egli insidierà” continuamente, come avviene fino al giorno d’oggi, “il calcagno di Lei”( Gen 3,15 ).
Atto di Consacrazione alla B.V.M. Immacolata
O Immacolata, regina del cielo e della terra, rifugio dei peccatori e madre nostra amorossima, cui Dio volle affidare l’intera economia della misericordia, io (nome…), indegno peccatore, mi prostro ai tuoi piedi supplicandoti umilmente di volermi accettare tutto e completamente come cosa e proprietà tua, e di fare ciò che ti piace di me e di tutte le facoltà della mia anima e del mio corpo, di tutta la mia vita, morte ed eternità.
Disponi pure, se vuoi, di tutto me stesso senza alcuna riserva, per compiere ciò che è stato detto di Te: “Ella ti schiaccerà il capo”( Gn 3, 15 ), come pure: “Tu sola hai vinto tutte le eresie del mondo intero” (Dall’Uff. della B.V. Maria ), affinché nelle tue mani immacolate e misericordiosissime io divenga uno strumento utile per innestare e incrementare il più fortemente possibile la tua gloria in tante anime smarrite e indifferenti e per estendere, in tal modo, quanto più è possibile il benedetto regno del sacratissimo Cuore di Gesù, dove Tu entri, infatti, ottieni la grazia della conversione e della santificazione, poiché tutte le grazie scorrono, attraverso le tue mani, dal Cuore dolcissimo di Gesù fino a noi.
V). Concedimi di lodarti, o Vergine santa.
R). Dammi forza contro i tuoi nemici.
I frutti della consacrazione all’Immacolata
Se noi siamo dell’Immacolata, allora anche tutto ciò che è nostro appartiene a Lei e Gesù accetta tutto ciò che viene da noi come se provenisse da Lei, come appartenente a lei, In tal caso Ella non può lasciare imperfette quelle azioni, ma le rende degne di sé, cioè immacolate, senza la minima macchia. Di conseguenza, un’anima che è consacrata a Lei, anche se non rivolge in modo esplicito
Il proprio pensiero all’Immacolata e offre direttamente al sacratissimo Cuore di Gesù la preghiera, il lavoro, la sofferenza o qualsiasi altra cosa, tale anima procura al sacratissimo Cuore di Gesù un piacere incomparabilmente maggiore di quello che gli procurerebbe se ella non fosse consacrata all’Immacolata.
Poiché Ella proprietà di Gesù in modo perfettissimo, mentre Gesù è Dio e proprietà dell’Eterno Padre, ogni nostra offerta, anche se indirizzata direttamente all’Eterno Padre, per natura di cose, si purifica nell’Immacolata, si eleva ad una perfezione infinita in Gesù e diviene oggetto di compiacimento della S.S. Trinità.
Perciò a satana preme assai che le anime vengano distolte dall’unione con l’Immacolata, la Madre
Celeste, perché sa che un’anima che esclude la mediazione dell’Immacolata, offre a Gesù doni talmente pieni d’imperfezioni, che sono degni più di castigo che di ricompensa. E la cosa peggiore
è che tali doni sono inquinati di orgoglio, poiché crediamo di non aver bisogno della Madonna.
Sforzandoci di donarci alla Vergine Santa nella vita quotidiana, dalla mattina alla sera, faremo moltissimo, il nostro lavoro sarà proficuo, otterremo il centuplo, giacché l’Immacolata è il nostro “Comandante Supremo” la nostra Sovrana. Doniamole la chiave della rocca della nostra volontà, affinché Essa la conquisti quanto prima per Sé e in seguito conquisterà gli altri attraverso noi.
Sarà un’irradiazione missionaria sugli altri, senza che noi ce ne avvertiamo, perché è l’Immacolata che agisce in noi. La Madonna opererà così validamente e potentemente che piegherà i cuori più induriti, portandoli al Cuore Divino di Gesù. La prodigiosità che accompagnerà questa sua azione missionaria a nostro mezzo, susciterà la sorpresa e la meraviglia nostra e degli altri.
Essere infiammati d’amore
Qualunque cosa noi facciamo, fosse anche un atto più che eroico, in grado di sconvolgere le basi di ogni male esistente sulla terra, ha qualche valore unicamente se, facendo tale atto, la nostra volontà si mette in armonia con la volontà dell’Immacolata e, attraverso lei, con la volontà di Dio. Una cosa soltanto, quindi, vale a dire la fusione della nostra volontà con la sua, ha un certo valore, anzi un valore totale. Questa è l’essenza dell’amore (non il sentimento, benché esso pure sia buono ), che ci deve trasformare, attraverso l’Immacolata, in Dio, che deve bruciare in noi e, per mezzo nostro, incendiare il mondo e distruggere, consumare in esso ogni forma di male. È quel fuoco di cui il Salvatore diceva: “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso”(Lc 12, 49 ).
Dopo di esserci infiammati noi stessi di questo amore divino (ripeto che non si tratta qui di lacrime dolci e di sentimento, ma di volontà, pur tra l’avversione e la ripugnanza ) faremo ardere il mondo intero. Tuttavia, siamo noi che ci dobbiamo infiammare, noi che non dobbiamo raffreddare, ma avvampare sempre più fortemente, ci dobbiamo fondere, divenire una cosa sola con Dio, attraverso l’Immacolata.
Dobbiamo, quindi, concentrare tutta la nostra attenzione in questo, unicamente in questo, unirci in modo stretto e fonderci con la mano della nostra Maestra, della nostra Condottiera, affinché Ella possa fare con noi quello che vuole.
Allora, attraverso Lei, uniremo, fonderemo il mondo intero e ogni singola anima con il sacratissimo Cuore di Gesù, mediante il fuoco dell’amore.